Enoturismo in tempo di Covid-19

Se l’imperversare della pandemia da Coronavirus non ha intaccato i consumi agroalimentari, le vendite di vino italiano nel mondo sono calate del 4% nel 2020 a causa delle note difficoltà registrate dalla ristorazione ovunque, come è emerso da una recente analisi operata da Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi 5 mesi dell’anno, con una inversione di tendenza mai registrata negli ultimi decenni. Naturalmente l’emergenza non ha potuto non colpire in modo significativo il turismo enogastronomico ed in particolare quello nelle cantine che hanno sofferto in termini di calo delle vendite e delle presenze.

L’avvento della stagione estiva, la prudenza e le limitazioni richieste a salvaguardia della salute collettiva, hanno indotto però molti a scegliere un turismo di prossimità che ha portato alla scoperta ed all’apprezzamento di mete, magari meno blasonate, ma sicuramente ricche di fascino, di cultura, di storia, di cibi che parlano della nostra identità. E così abbiamo assistito a quella che il Movimento del Turismo del Vino ha chiamato “Terapia del Paesaggio” ovvero un modo diverso per ripartire e per accogliere i visitatori che hanno visto separate le aree per il turismo da quelle dedicate alla produzione enologica, ciò anche per evitare che l’igienizzazione massiccia e ripetuta dopo ogni visita nuocesse al vino. Una diversa e nuova wine hospitality , quindi, fatta di degustazioni all’aperto, di pic-nic, di storytelling  svolta  non in cantina ma tra i vigneti e quindi un enoturismo meno didattico ma più esperienziale.

Ma se l’estate sta lasciando il passo,seppur lentamente, all’autunno, il desiderio di viaggiare per scoprire e conoscere il vino e la sua territorialità non è cambiato anche se il nuovo scenario impone un approccio diverso per affrontare questa nuova sfida. In questo contesto difficile e allo scopo di dare uniformità alle norme e alle linee guida per la sicurezza trasmesse a livello internazionale, nazionale e locale è nata la “Carta dell’Enoturismo ai tempi del Covid-19” ideata e scritta dall’Unione Italiana Vini (UIV) e Movimento Turismo del Vino ed elaborata attraverso il confronto con esperti e rappresentanti delle principali organizzazioni ed istituzioni dell’enoturismo internazionale. Si tratta di un documento che raccoglie tutte le raccomandazioni utili per gestire l’accoglienza enoturistica destinato alle aziende, a tutela degli imprenditori e per la sicurezza degli operatori e degli enoturisti e nello stesso tempo un supporto operativo sviluppato in 38 punti.

Gli ambiti di operatività contemplano aspetti generali come la sanificazione e i DPI, altri di tipo principale caratteristici del settore come le visite guidate e le degustazioni nonché quelli di tipo secondario che possono essere presenti in una struttura ma non specifici del settore come noleggi di mountain bike, trekking, etc etc. E’ evidente che le imprese del settore sono chiamate a reinventarsi per restare competitive offrendo proposte nuove, che rispettando la sicurezza dei turisti, integrino la cultura del vino con le arti visive, la musica, gli spettacoli a tema e le attività a contatto della natura valorizzando così l’immenso patrimonio enogastronomico che ci caratterizza. Una nuova sfida, quindi a cui sono chiamati tutti gli operatori del settore che al fine di ottenere dei risultati stabili nel tempo dovranno pensarsi anche riuniti in reti d’impresa.

Ad maiora.

Avv. Angela Quatela

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