Pre-summit sui sistemi alimentari: azioni dopo il vertice.

Si svolge in questi giorni a Roma il pre-vertice sui sistemi alimentari, preparatorio al vertice sui Sistemi Alimentari che si svolgerà a New York il prossimo settembre. I temi trattati sono tanti e tutti indissolubilmente incastrati tra loro: ambiente, cambiamenti climatici, crisi sanitaria, crisi alimentare, sostenibilità nei modelli di agricoltura. L’evento è molto importante per i temi di cui si occupa, riunendo agricoltori, imprese, società civile, esponenti di governo tutti concentrati sulla realizzazione dell’obiettivo 2 dell’Agenda 2030: porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile.

Nel corso dell’apertura dei lavori si è presa coscienza di essere in ritardo con le azioni utili a rendere i sistemi alimentari più inclusivi e resilienti e che la pandemia ha aggravato la situazione. In particolare, il presidente Draghi ha affermato che a causa della pandemia il numero di persone malnutrite aumenterà portando il totale da 130 milioni fino a 800 milioni.

E mentre si svolgeva a Roma il pre-vertice, tra Piacenza e Parma veniva giù una grandinata mai vista che ha provocato ingenti danni e in Sardegna si propagava un incendio che ha provocato un disastro che ha completamente azzerato l’economia della Regione riducendo in fumo anche 1000 anni di storia portandosi via l’ulivo monumentale chiamato Sa Tanca Manna: un patriarca vegetale, raro esempio di archeologia botanica, quasi a dimostrare che non si può più parlare di eventi atmosferici estremi come è stato affermato nel corso del pre-vertice, ma che sia più corretto parlare di cambiamenti climatici che vanno ad aggiungersi alla crisi sanitaria e alle pratiche agronomiche estreme come le coltivazioni e gli allevamenti intensivi.

Ricordiamo che solo in Italia la crisi climatica con incendi, alluvioni e processi di desertificazione, ha comportato ad es. dal 2000 al 2020 una riduzione di 8 mln e mezzo di ettari di terreno, di aree coltivabili con danni economici elevati che oltretutto si ripercuotono su un aumento di costi che si abbattono sui bilanci dello Stato e quindi sui cittadini.

Occorre dunque, un’inversione di rotta, anzi visto che non ci è rimasto molto tempo per cambiare le cose, occorrerebbe una coraggiosa e improvvisa sterzata che abbia come orizzonte tematico l’Ambiente perché, superando le resistenze sulla comprensione circa la portata del dramma climatico, è da lì che bisogna partire per risolvere i problemi.

Il G20 sul clima, il pre-summit e il successivo summit sull’alimentazione devono necessariamente portare ad azioni concrete e coese tra i diversi Paesi, la sola presa di coscienza non basta più: occorre una vera conversione ecologica, con azioni chiare che portino ad es. alla cessazione dell’utilizzo di energie da fonti fossili, ad incentivare le rinnovabili applicando il loro utilizzo all’agricoltura, ad incentivare forme di agro ecologia che rispettino il terreno

Le cose da fare sono tante. Presa coscienza che la mano dell’uomo ha contribuito a generare questo allarmante scenario, ora si passi all’azione.

Avv. Eliana Baldo

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