La Cassazione sul potere contrattuale del titolare di una varietà vegetale e le libertà commerciali dei produttori ortofrutticoli.

La Suprema Corte di Cassazione ha pubblicato, in data 9 Aprile 2024, una sentenza che offre una lettura innovativa e, per certi aspetti, rivoluzionaria del quadro normativo in materia di varietà vegetali.

Sul piano giuridico, difatti, le varietà vegetali possono essere oggetto di una specifica tutela, simile, per certi versi, a quella brevettuale, seppur con talune differenze. L’utilizzo di sementi protette con queste privative è assai diffuso anche nel territorio Pugliese, in cui si è assistito ad un ampio utilizzo della produzione della varietà di uva senza semi. La vicenda affrontata nei tre gradi di giudizio, difatti, origina proprio da una controversia promossa da una piccola imprenditrice pugliese.

La Corte di Cassazione è intervenuta chiarendo un punto fondamentale della disciplina e delle sue finalità, ritenendo nulli i termini contrattuali che il titolare della varietà assumeva essere stati violati. La suprema Corte, annullando la decisione resa dalla Corte di Appello di Milano, ha difatti statuito che «In tema di privativa comunitaria per ritrovati vegetali, è nulla, per contrarietà all’ordine pubblico, stante la violazione dell’art. 13, punti 2 e 3, del Regolamento (CE) del Consiglio n. 2100/94, nell’interpretazione fornitane dalla Corte di Giustizia, la clausola contrattuale che attribuisca al titolare dei diritti di proprietà intellettuale sui cultivar brevettati anche il potere di individuare i soggetti ai quali soltanto spetterà la distribuzione dei frutti ottenuti dal produttore precedentemente autorizzato all’utilizzo dei costituenti varietali della varietà protetta da cui quei frutti siano stati prodotti, ove questi ultimi siano inutilizzabili come materiale di moltiplicazione».

 L’avv. Roberto Manno, membro di Filiera21, nelle fasi di merito, ha introdotto le tesi successivamente accolte in Cassazione, con la collaborazione dell’Avv. Francesco Saverio Costantino.

“L’innovazione tecnologica e il miglioramento delle varietà vegetali – spiega Manno – giocano da sempre un ruolo fondamentale in agricoltura per l’adattamento delle varietà alle esigenze climatiche, produttive ed energetiche. La sostenibilità è un concetto che include aspetti di natura economica e legale ed è in quest’ambito che la sentenza della Cassazione produrrà senz’altro i suoi effetti, non solo in Puglia, ma anche in prospettiva internazionale, contribuendo, così, alla definizione delle regole del gioco, scongiurando abusi”.

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