RESPONSABILITÀ SOCIALE E PRATICHE COMMERCIALI SLEALI SU PRODOTTI AGROALIMENTARI. UNA RISPOSTA DEL MIPAAF

Abbiamo potuto apprezzare che dal 30 marzo scorso è disponibile sul sito del MIPAAF, all’indirizzo https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/15285, il modulo per segnalare le pratiche sleali che un’azienda agricola può esser costretta a subire, specie in questo periodo difficile segnato dall’emergenza Covid-19. Il modulo potrà poi essere inviato all’indirizzo di posta elettronica praticheagricolesleali@politicheagricole.it, nel caso in cui si lamentino violazioni riconducibili sotto le seguenti tre ipotesi alternative o concorrenti di responsabilità:

a) imposizione di certificazioni anti COVID 19, ex art. 33, D.L. 2 marzo 2020, n. 9;
b) pratiche commerciali sleali (imposizione di nuovi prezzi con effetti retroattivi; termini di pagamento superiori a 30 gg. etc.) ex art. 62, D.L. 24 gennaio 2012, n. 1, conv. con L. 27/2012;
c) superamento delle quote latte
ex art. 2, D.L. 5 maggio 2015, n. 51, conv. con L. 91/2015.

Tale denuncia, se fondata, costituirà la base per un intervento del Ministero che può avere due conseguenze pratiche:

1) l’eliminazione della pratica scorretta;
2) l’uso del provvedimento di censura ministeriale per ottenere la disapplicazione – anche giudiziale – di clausole illegittimamente imposte in questo periodo, dove un’azienda rischia di accettare condizioni illecite pur di sopravvivere.

In questo momento storico lo tsunami economico che la pandemìa sta provocando impone a tutti gli Operatori, sia che producano beni o che eroghino servizi, una soglia di responsabilità sociale più alta del normale. Non riteniamo che questo momento di “crisi” (ovvero di rottura di un equilibrio, dall’etimologia del verbo greco κρίνω, che significa separare) giustifichi l’aumento della forbice tra parte forte e parte debole del rapporto. L’idea di crisi comporta la nascita di un nuovo equilibrio: magari migliore del precedente. A noi Avvocati e agli Operatori commerciali, primi fra tutti quelli del settore agroalimentare – strategico in questa fase, più che mai – viene chiesto di cooperare alla ricostruzione di un nuovo equilibrio economico facendo, rispettivamente, buon uso delle norme e delle buone pratiche commerciali e non già l’abuso di normative e posizioni dominanti. Ad esempio, rifiutarsi di chiedere la sospensione di un contratto di locazione ove non ricorrano i presupposti di Legge o istituire tavoli per la composizione di un accordo economico, che consenta ad entrambe le parti di non decretare la morte di un contratto che tra le parti è Legge, significa contribuire con responsabilità alla creazione di nuovo equilibrio e, forse, di un mondo migliore.

Avv. Luigi Fino – Avv. Eliana Baldo

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